Hathor (dall’originale egizio: ḥwt-ḥr; che significa Casa di Horus, ellenizzato Ἅθωρ, Hathor è una divinità egizia appartenente alla religione dell’antico Egitto, dea della gioia, dell’amore, della maternità e della bellezza. Per tutta la storia egizia, fu una delle divinità più importanti e venerate; il suo culto, di origini preistoriche e predinastiche, si estendeva dalla corte faraonica (era ritenuta la madre simbolica dei faraoni ai ceti più umili. Veniva solitamente raffigurata nelle tombe con l’epiteto di Signora dell’Occidente, cioè Signora dei morti, e si credeva che accogliesse le anime nell’aldilà (Duat). Gli egizi la adoravano anche come dea della musica, della danza, delle terre straniere e della fertilità, e pensavano che assistesse le partorienti. Inoltre, anche le miniere erano poste sotto la sua protezione, così come le sorgenti del Nilo. Era comunemente raffigurata come una vacca con il disco solare, provvisto di ureo, fra le corna; in epoca tarda veniva talvolta rappresentata con due piume e con il pettorale menat, tipico attributo delle sue sacerdotesse.
Nel corso dei millenni, Hathor assimilò una grande quantità di divinità locali, accumulando così una mitologia e degli attributi estremamente variegati – al punto di essere considerata contemporaneamente madre, sposa e figlia di Ra e madre di Horus (come Iside); era associata a Bastet. Mentre nel periodo classico della storia egizia tutti i defunti erano indistintamente equiparati a Osiride, dio dei morti, durante la dominazione romana dell’Egitto nacque la pratica di identificare le defunte con Hathor. Gli antichi greci la associarono ad Afrodite.