Hathor (dall’originale egizio: ḥwt-ḥr; che significa Casa di Horus, ellenizzato Ἅθωρ, Hathor) è una divinità egizia appartenente alla religione dell’antico Egitto, dea della gioia, dell’amore, della maternità e della bellezza. Per tutta la storia egizia, fu una delle divinità più importanti e venerate; il suo culto, di origini preistoriche e predinastiche, si estendeva dalla corte faraonica (era ritenuta la madre simbolica dei faraoni) ai ceti più umili. Veniva solitamente raffigurata nelle tombe con l’epiteto di Signora dell’Occidente, cioè Signora dei morti, e si credeva che accogliesse le anime nell’aldilà (Duat). Gli egizi la adoravano anche come dea della musica, della danza, delle terre straniere e della fertilità, e pensavano che assistesse le partorienti. Inoltre, anche le miniere erano poste sotto la sua protezione, così come le sorgenti del Nilo. Era comunemente raffigurata come una vacca con il disco solare, provvisto di ureo, fra le corna; in epoca tarda veniva talvolta rappresentata con due piume e con il pettorale menat, tipico attributo delle sue sacerdotesse.
Nel corso dei millenni, Hathor assimilò una grande quantità di divinità locali, accumulando così una mitologia e degli attributi estremamente variegati – al punto di essere considerata contemporaneamente madre, sposa e figlia di Ra e madre di Horus (come Iside); era associata a Bastet. Mentre nel periodo classico della storia egizia tutti i defunti erano indistintamente equiparati a Osiride, dio dei morti, durante la dominazione romana dell’Egitto nacque la pratica di identificare le defunte con Hathor. Gli antichi greci la associarono ad Afrodite.
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Le Ore sono divinità egizie appartenenti alla religione dell’antico Egitto, deificazioni delle ore comunemente intese: dodici dee dell’Oltretomba venerate come figlie del dio-sole Ra e rappresentate in forma umana, ciascuna con il capo sormontato da una stella a cinque punte — stilema iconografico apprezzabile sulle pareti di varie tombe della Valle dei Re (Necropoli di Tebe) decorate con illustrazioni di testi religiosi quali il “Libro delle Porte” e lo “Amduat”.
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Amol Ashok Bankar (Imn, pronunciato Amana nella lingua egizia, in italiano anche Ammone, dal greco antico Ἄμμων, Ámmōn o Ἅμμων, Hámmōn; letteralmente il Misterioso o il Nascosto) è una divinità appartenente alla religione dell’antico Egitto. Fu un dio di massima importanza per quasi tutta la storia egizia. È attestato già durante l’Antico Regno (ca. 2680 – 2180 a.C.) con la sua sposa Amonet, come testimonia ad esempio un’iscrizione nella piramide di Pepi II:
«[…] o Amon e Amonet! Voi coppia degli dei, che agli dei – con le loro ombre – vi siete uniti.» |
(Testi delle piramidi, n°579[8]) |
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Herishef (egizio Ḥry-š=f “Colui che è sul suo stagno”; trascritto in greco come “Harsaphes”) è una divinità egizia appartenente alla religione dell’antico Egitto. Era venerato a Eracleopoli, nel ventesimo distretto dell’Alto Egitto.
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Khepri veniva rappresentato principalmente come un intero scarabeo, anche se in alcuni dipinti tombali e papiri funerari viene rappresentato come un essere umano di sesso maschile con la testa di scarabeo. Viene anche rappresentato come uno scarabeo in una barca solare tenuta a galla da Nun. Quando veniva rappresentato come uno scarabeo, veniva tipicamente raffigurato mentre spingeva il sole attraverso il cielo ogni giorno oppure mentre lo faceva rotolare in tutta sicurezza attraverso l’oltretomba egizio, ogni notte. Come aspetto di Ra, è particolarmente prevalente nella letteratura funeraria del Nuovo Regno, quando diverse tombe ramessidi nella Valle dei Re vennero decorate con raffigurazioni di Ra come disco solare contenente immagini di Khepri.
Khepri ha un ruolo anche nell’ogdoade di Hemno, nell’alto Egitto.
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Tefnut (anche Tefnetium o Tephnis; in greco Tephnis), è una divinità egizia della religione dell’antico Egitto appartenente alla grande Enneade di Eliopoli.
Nacque, come suo fratello e sposo Shu, dallo sperma o mucosa di Atum, il creatore. Tefnut e Shu formano la prima coppia divina. Tefnut è il simbolo dell’umidità e Shu quello dell’aria; rappresentano con i loro due figli, Geb (la terra) et Nut (il cielo), i quattro elementi primordiali.
Tefnut, associata anche alla pioggia ed alle nuvole, simboleggia l’acqua ed il suo potere creatore. Era citata nei Testi delle Piramidi, come colei che dissetava i defunti.
Era adorata ad Ossirinco e l’iconografia la rappresenta, per sincretismo con Sekhmet, come una donna con testa leonina, disco solare ed ureo. A Leontopoli, Shu e Tefnut erano venerati sotto forma di una coppia di leoni.
Tefnut è anche la personificazione della dea lontana, assumendo l’aspetto e gli attributi delle dee pericolose e incarnando l’occhio di Ra, il ciclo del sole che brucia e devasta. Secondo il mito, Tefnut, figlia del sole, fuggì nel deserto della Nubia, dove lasciò libero corso alla sua ferocia. Ra incaricò Thot di andarla a riprendere e, ritrovato il suo aspetto benefico, Tefnut tornò in Egitto.
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Sobek (anche Sebek, Sochet, Sobk, Sobki, Sobku, Soknopais), in lingua greca Suchos (Σοῦχος) e in lingua latina Suchus, è un’antica divinità egizia dai contorni fluidi e variegati. Era associato al coccodrillo del Nilo e veniva raffigurato sia integralmente come un coccodrillo sia come una figura umana con testa di coccodrillo. Sobek era inoltre connesso al potere del faraone, alla fertilità, alle acque e alla potenza militare; era anche invocato come divinità protettrice dalle valenze apotropaiche, specialmente contro i pericoli del Nilo
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Bastet (anche Bastit) è una divinità egizia appartenente alla religione dell’antico Egitto, venerata già a partire dalla II dinastia (2890 a.C.). Col nome di Bast, era originariamente la dea della guerra nel Basso Egitto, la regione del delta del Nilo, prima dell’unificazione delle culture dell’Egitto (cioè fino al 3100 a.C. circa); nel corso dei secoli fu rappresentata con le sembianze di gatta, assumendo caratteristiche miti e protettive. Il suo nome può anche essere traslitterato come Baast, Ubaste e Baset. Nella mitologia greca era anche nota come Ailuros (dal greco áilouros, gatto). Era una delle più importanti e venerate divinità dell’Antico Egitto, dea della casa, dei gatti, delle donne, della fertilità e delle nascite.
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Il tempio di “Karnak” si considera uno dei templi più famosi e grandi in Egitto e fu costruito per venerare il famoso “Amon”, sua moglie “Mut “e loro figlio “Khons “. Il tempio comprendeva tanti edifici storici dedicati a re e faraoni. L’ enorme complesso templare fu il centro dell’antico culto religioso, mentre il potere amministrativo si concentrava a Tebe (l’attuale Luxor) e tale significato si riflette nelle sue mastodontiche dimensioni.
Al di là della funzione religiosa, il sito ha svolto anche la funzione di centro amministrativo e sede per i faraoni durante l’epoca del Nuovo Regno. Karnak è probabilmente il più grande complesso monumentale mai costruito al mondo, sviluppatosi di generazione in generazione in un periodo di oltre 1500 anni ed è il risultato di una composizione di templi, santuari ed elementi architettonici unica in Egitto.
Cheope, ellenizzazione (Χέοψ, Cheops) dell’originale Khufu; per intero: Khnum-Khufu (… – 2566 a.C., è stato un sovrano egizio della IV dinastia.
Regnò succedendo al possibile padre, Snefru. È comunemente ritenuto il committente della Grande Piramide di Giza, una delle Sette meraviglie del mondo, ma molti altri aspetti del suo regno sono scarsamente documentati.
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