Di seguito, il contenuto della Balaustra, a ricordo del Carissimo Fr:. Giovanni.
Carissimi,
non avrei mai voluto inviarvi la presente Balaustra; lo scriverla, il pensarla, rinnova e amplifica in me un dolore immenso che, nonostante l’incedere del tempo, non tende a stemperarsi.
In questo momento ogni parola appare vana, inadeguata a esprimere il vuoto, la desolazione che la dipartita di Giovanni ha lasciato in Loda, in me, in tutti voi che aveste modo di conoscerlo, di apprezzarlo e di volergli bene.
L’onda dei ricordi mi riporta a tanti, tanti anni fa, quando da poco ero stato nominato Ispettore Provinciale all’Oriente di Firenze.
Fu allora che uno dei miei più stretti collaboratori mi parlò, in termini entusiastici, di un Fratello che era stato iniziato nella R. L. “Fidelitas”, un’Officina storica del Capoluogo toscano.
Fu così che ebbi modo d’incontrare e di conoscere Giovanni che venne immediatamente cooptato dalla Segreteria provinciale, non gli furono assegnati né titoli, né privilegi ma solo tanto oscuro lavoro, al protocollo, alla registrazione e all’archivio. Egli, senza pretendere niente in cambio, accettò con ardore l’incarico e da quel momento, appena aveva un ritaglio di tempo, si precipitava nella Casa massonica, felice di dare una mano.
Da allora Giovanni mi è stato sempre a fianco in ogni frangente e in ogni accadimento, dimostrando, fin dall’inizio, un amore viscerale per la Massoneria e un’inusitata fedeltà alla mia persona.
Ne sono prova gli eventi del 1993 E. V. quando, a seguito dell’inchiesta “Cordova”, si scatenò in tutta Italia una virulenta “caccia al massone” che comportò la pubblicazione, in nome della trasparenza, di vere e proprie liste di proscrizione su quotidiani o libretti che avevano l’unico fine di ghettizzare il “massone della porta accanto”.
Giovanni era allora membro della cattolicissima Arciconfraternita fiorentina della “Misericordia” e naturalmente il suo nome era presente negli elenchi editati dal quotidiano “L’Unità” che poi si premunì di stampare un apposito libretto dal titolo La Toscana delle Logge.
Il fatto che il confratello Giovanni fosse anche un Fratello massone fece scandalo nella dirigenza clericale della Misericordia, fu pertanto convocato e gli fu proposto di abiurare la squadra e il compasso; rinnegare pubblicamente la propria appartenenza, sarebbe bastato per tacitare il clamore e, di conseguenza, a mettere una pietra sopra alla vicenda …. molti lo avevano già fatto e altri si sarebbero adeguati.
Non fu il caso di Giovanni, egli confermò, con orgoglio, la propria militanza e rifiutò qualsiasi compromesso. Per questo fu radiato dalla Misericordia, rischiando molto e rimettendoci sul piano personale, perché allora era amministratore di una casa di cura per anziani di proprietà di quella organizzazione.
In seguito Giovanni mi seguì in qualsivoglia impresa, anche in quelle più temerarie e rischiose. Dal 1998 Era Volgare in poi mi affiancò nei triennali confronti elettorali che, per loro natura, avevano e hanno poco di massonico e tanto di profano.
Intanto, apprezzato da molti, ricoprì incarichi prestigiosi: fu più volte Maestro Venerabile, Ispettore Provinciale di Firenze, Gran Consigliere dell’Ordine, Membro Effettivo della Giunta Esecutiva, Gran Tesoriere Nazionale della Gran Loggia.
L’incarico che più lo coinvolse fu, tuttavia, quello di Gran Maestro delle Cerimonie. Sì calò in questo ruolo fondamentale con tutto se stesso, studiò ritualità e cerimoniali, anche di tradizioni diverse da quella scozzesista in uso in Gran Loggia. Egli, insomma, creò una vera e propria scuola di cui poi beneficarono tutti i suoi successori.
Nel Rito Scozzese Antico e Accettato conseguì ogni Grado, cercando di non perdere mai una Tornata di Camera, fino a quando giunse al vertice della piramide costituita a Charleston nel 1801 E. V., ottenne, infatti, la sciarpa e il collarino bianco con l’aquila sovrana del 33° ed Ultimo Grado, quello di Sovrano Grande Ispettore Generale.
Aderì al progetto dell’Ordine Massonico Tradizionale Italiano, fin dal primo giorno e ne fu uno dei principali attori, uno dei Fratello fondatori. Inoltre, contribuì nella primavera del 2017 Era Volgare, alla fondazione del Venerabile Rito Egizio di Misraim, di cui fu membro del Sovrano Santuario con il 95° Grado.
Se prima in Gran Loggia e poi nell’Ordine Massonico Tradizionale Italiano ho costruito qualcosa, lo devo in parte a Giovanni col quale ho compiuto anche viaggi memorabili e, sotto taluni aspetti, folli.
Ne ricordo in particolare due, il primo da Pescara a Imperia, in un pomeriggio invernale, sotto la neve, fra strade e autostrade pressoché vuote, auto abbandonate sulla corsia di emergenza e la luce lampeggiante dei mezzi di soccorso.
Il secondo avvenne qualche anno più tardi. Eravamo a Fiume per l’insediamento della prima loggia Croata, di cui era Maestro Venerabile il Fratello Darko Jagodic, ora Gran Maestro della Gran Loggia di Croazia.
Finimmo la Cerimonia d’istallazione delle cariche, cenammo e quindi verso le 23,00 partimmo alla volta di Roma, perché la mattina successiva vi era una Tornata del Supremo Consiglio. Arrivammo nella Capitale alle 10,30, in perfetto orario per la riunione rituale.
Mi fermo qui, anche se, preso dai ricordi, sarei portato a narrarvi altre mille storie, altri infiniti episodi.
Ora Giovanni non c’è più ci ha lasciati per sempre, portandosi dietro solo il suo grembiulino bianco d’apprendista. Ci mancherà, ci mancherà moltissimo e almeno chi vi scrive, con la sua scomparsa, percepirà, la vita in modo diverso, perché con lui se ne è andata una parte della sua storia.
Ciao Giovanni, amico e Fratello di sempre, non udirò più la tua voce rassicurante e serena che mi chiama al mattino, non ci sederemo più accanto nel Tempio, non avremo più sogni e progetti da condividere, hai preso un cammino diverso, un percorso che attende tutti noi, ma al quale ci rifiutiamo di pensare. Sono certo, però, che, ovunque tu sia, la luce t’inonderà e tu stesso ti trasfigurerai in luce come accade a tutti i buoni, a tutti coloro che hanno un grande cuore.
Ora il nostro pensiero va a Lodovica, la nostra cara Loda, la compagna di vita, di Giovanni.
Nell’antica Roma, al termine del banchetto nunziale, la sposa veniva accompagnata a casa del consorte. Egli l’attendeva sulla soglia, le chiedeva chi fosse ed ella rispondeva: “Ubi tu Gaius, ibi ego Gaia”. Non vi è forse frase più adatta per esprimere, la vicinanza, la simbiosi che sussisteva fra Giovanni e Loda, alla quale va tutto il nostro affetto, la nostra vicinanza, il nostro amore fraterno.
Noi saremo sempre accanto a lei, perché il suo sentire è il nostro sentire, i suoi affetti sono i nostri affetti, il suo dolore è il nostro dolore.
Ricordato con sì povere parole l’Eletto Fratello Giovanni Michelini Gran Segretario del Gran Consiglio, Gran Priore del Supremo Consiglio, Sublime Membro del Sovrano Santuario, dispongo a seguito del suo passaggio all’Oriente Eterno, un merse di lutto per tutte le Officine della Comunione, in Italia e all’estero: che siano abbrunati i Labari, che siano rimandate le Agapi Rituali e che ogni Loggia ricordi, con una Fraterna Catena d’Armonia o in altro modo, il Fratello Giovanni.
Pur essendo diritto e facoltà della R. L. “Ausonia” all’Or:. di Firenze, Officina da lui fondata e alla quale apparteneva, di indire una propria Tornata funebre in onore del Fratello scomparso, il Gran Magistero ha stabilito di indirne una a livello Nazionale, con invito diramato anche a Comunioni estere, con noi in rapporto di amicizia ed esteso a tutti i Fratelli / Sorelle appartenenti ad altre Obbedienze o in sonno.
Nei prossimi giorni sarà mia cura indicarvi la data e il luogo di siffatto evento che verrà officiato dal Gran Maestro Aggiunto per l’Italia centrale, mentre lo scrivente ricoprirà il ruolo di Oratore, onde poter attribuire l’ultimo, seppur minimo onore, alla memoria del Fratello Giovanni.
Con il più caro Triplice Fraterno Abbraccio.
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IL GRAN MAESTRO